Cedolare Secca affitti brevi: novità e implicazioni nel 2024

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Scritto da:

elena dadalt

Elena Da Dalt

Business Development & Partnership

 

Se stai pensando di gestire un’attività di affitti brevi, o la stai già sviluppando, sicuramente avrai sentito parlare della cedolare secca.

Inoltre, con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2024, è fondamentale comprendere le modifiche apportate e le loro ripercussioni sul settore immobiliare e turistico. 

Questo regime fiscale, che ha subito un’evoluzione dalla sua introduzione, mira a offrire una risposta alle esigenze di un mercato in continua trasformazione, dove la flessibilità e la semplicità amministrativa sono sempre più richieste.

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Cos’è la Cedolare Secca e la sua applicazione negli affitti brevi

Iniziamo con le definizioni: la Cedolare Secca è un regime fiscale che consente di sostituire l’IRPEF e le addizionali con un’imposta a tasso fisso

Questa opzione, introdotta in Italia nel 2011 per le locazioni residenziali di lunga durata e successivamente estesa agli affitti brevi nel 2017, si pone come una soluzione vantaggiosa per semplificare gli adempimenti fiscali dei locatori

La sua applicazione negli affitti brevi, ovvero, quelle locazioni non superiori a 30 giorni, che spesso riguardano il settore turistico, è stata accolta con interesse da chi offre alloggi per soggiorni di breve periodo.

Il vantaggio principale della Cedolare Secca sugli affitti brevi è la possibilità di applicare un’imposta fissa, evitando così la progressività dell’IRPEF e le sue relative addizionali comunali e regionali. 

Questo permette ai locatori di conoscere in anticipo l’imponibile fiscale e di pianificare meglio la gestione dei propri immobili. 

Inoltre, la cedolare secca elimina l’obbligo di ritenuta da parte del conduttore e semplifica gli adempimenti burocratici legati alla dichiarazione dei redditi.

 

Le modifiche della Legge di Bilancio 2024

Come dicevamo, la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto importanti novità per il regime fiscale della Cedolare Secca sugli affitti brevi, con un impatto diretto sui locatori di immobili. 

La modifica legislativa più rilevante tra queste è l’aumento dell’aliquota per la cedolare secca, che passa dal 21% al 26% per i locatori che dispongono di più di un’unità immobiliare destinata ad affitti di breve termine. 

Per mantenere l’aliquota al 21%, il locatore deve limitarsi alla locazione di un solo immobile con contratto di affitto breve. Al superamento di questo limite, ovvero a partire dal secondo immobile locato, si applicherà la nuova aliquota del 26%. 

È fondamentale che tutti gli Host e Property Manager che operano un questo regime siano consapevoli delle modifiche per poter pianificare adeguatamente le loro strategie di investimento e gestione immobiliare. 

Inoltre, facciamo notare che affittare più di quattro immobili comporta l’obbligo di aprire la partita IVA e passare alla tassazione ordinaria IRPEF, entrando così in un regime fiscale differente.

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Cedolare Secca affitti brevi

 

Impatto delle modifiche legislative sui locatori

L’incremento dell’aliquota della Cedolare Secca rappresenta una sfida per coloro che possiedono più di un immobile destinato alla locazione breve, in quanto devono ora valutare attentamente il loro portafoglio e considerare gli effetti che questa variazione fiscale potrebbe avere sulla loro redditività.

Questa modifica non solo influisce sulla fiscalità dei redditi da locazione, ma può anche avere impatti sul mercato immobiliare e turistico, sul comportamento dei locatori e sulla disponibilità di alloggi per affitti brevi. 

La cedolare secca sugli affitti brevi rappresenta una significativa opportunità di semplificazione fiscale per i locatori italiani, ed anche gli intermediari, ovvero le piattaforme online di prenotazione, assumono un ruolo chiave nel processo di ritenuta e versamento dell’imposta, con obblighi specifici che non possono essere trascurati.

 

Obblighi degli intermediari come Airbnb e Booking

Con l’introduzione delle nuove normative sulla cedolare secca sugli affitti brevi, gli intermediari online come Airbnb e Booking si trovano a dover gestire obblighi specifici di ritenuta e versamento dell’imposta

Queste piattaforme, che fungono da ponte tra locatori e locatari, devono assicurarsi di rispettare le disposizioni fiscali vigenti, operando le necessarie ritenute e versamenti per conto dei proprietari degli immobili per garantire la trasparenza e la correttezza delle operazioni di locazione breve. 

Essi sono tenuti a fornire ai locatori tutte le informazioni necessarie per una corretta dichiarazione dei redditi, oltre a collaborare con le autorità fiscali per prevenire e contrastare eventuali casi di evasione fiscale. 

In particolare, le piattaforme devono applicare la cedolare secca al 26% sui pagamenti ricevuti per conto dei locatori che affittano più di un immobile, mentre per il primo immobile locato rimane l’aliquota del 21%. Inoltre, le piattaforme sono tenute a collaborare attivamente con le autorità per combattere l’evasione fiscale

La responsabilità degli intermediari si estende anche al doversi assicurare il rispetto delle nuove misure di sicurezza introdotte per gli affitti brevi, come l’obbligatorietà di esporre il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per ogni struttura e l’installazione di dispositivi di sicurezza quali rilevatori di fumo e estintori. 

Il mancato rispetto di queste normative può comportare sanzioni significative sia per i locatori che per gli intermediari stessi.

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Cedolare Secca affitti brevi

 

Ripercussioni sul mercato immobiliare e turistico

L’aumento dell’aliquota della Cedolare Secca sugli affitti brevi dal 21% al 26% ha scatenato un dibattito sulle possibili ripercussioni che questa variazione potrebbe avere sul mercato immobiliare e turistico. 

Alcuni esperti sostengono che l’aumento potrebbe disincentivare i locatori dall’offrire alloggi per affitti brevi, riducendo così l’offerta disponibile per i turisti e influenzando negativamente il settore turistico.

D’altra parte, la nuova normativa potrebbe portare a una maggiore equità fiscale tra i locatori di affitti brevi e il settore alberghiero, che tradizionalmente è soggetto a una tassazione più elevata. 

Questo allineamento fiscale è visto da alcuni come un passo avanti verso una concorrenza più leale e un mercato più regolamentato. 

Inoltre, le misure contro l’evasione fiscale introdotte con la Cedolare Secca potrebbero incrementare la trasparenza nel settore, offrendo maggiore sicurezza agli investitori immobiliari e ai turisti.

È ancora presto per valutare l’impatto complessivo delle modifiche legislative sulla cedolare secca affitti brevi.

Ciò che è certo è che i cambiamenti imporranno una fase di adattamento a tutti gli operatori del settore: dai proprietari di immobili, ai gestori degli stessi, agli intermediari online, fino ai turisti che usufruiscono di questi servizi; e che la situazione richiederà attenzione e flessibilità per navigare nel nuovo contesto normativo.